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foto: Sandro |
Los amigos Sandro, Nadia, Margherita, Agnese y Clara estuvieron en la función del 11, de L'elisir d'amore en Zurich. Nos comparten sus crónicas Sandro y Clara, que es soprano (leer más sobre ella), y las fotos son de Sandro y Nadia. Grazie mille a tutti!
Rolando eres nuestro Elisir d’amore
Avreste dovuto
vedere l’interno della Opernhaus di
Zurigo nel momento immediatamente successivo alla sublimazione della parola amore a conclusione del bis della Furtiva lacrima. Il pubblico in platea
in piedi, tutto, sembrava spingersi come un’onda anomala verso il palcoscenico,
come attratta da un richiamo irresistibile.
Al centro della scena una figurina esile, Villazòn, smarrito, che,
nonostante tutto quello che sta accadendo intorno a lui, non riesce ad uscire
dai panni del personaggio, da tanto che ci è sprofondato dentro, a chiedersi,
forse, “Ma tutto questo sta succedendo a
me? Cosa sarà tutto questo accendersi di
passioni che non si tengono? Sarà l’effetto dell’Elisir?”. Dai tre ordini di palchi del teatro stessa
scena, standing ovation, impossibile
fermarsi.
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Ma non è stata
l’esecuzione, molto bella peraltro, di una delle arie più famose e
straordinarie della storia del melodramma, a scatenare questo fenomeno di
“isteria collettiva”, bensì un’interpretazione, quella di Rolando, che fin
dall’inizio dell’opera si rivela stupefacente. Un personaggio quello di Nemorino, che ormai possiede e al quale conferisce una
cifra, un portato poetico che genera un
senso di vertigine in chi lo ascolta e lo vede. Lo risolve prima di tutto
attraverso il canto, che l’altra sera è stato assolutamente perfetto, mostrando
un gusto e uno stile impareggiabile nel porgere le frasi, nel cesellare le
parole, nel modulare i suoni in quel modo che solo Rolando sa fare. Un canto
mai retorico, mai pomposo, bello, di grande bellezza e sobrietà. Non c’è
incertezza nel suo canto, tutto scorre con grande naturalezza. Sotto questo
profilo si può dire di essere tornati ai giorni migliori. “Il tuo Nemorino è
sempre più bello, ma come fai?” gli ho chiesto nello stage door.
E poi c’è il Rolando attore, grande mattatore, capace di metamorfizzarsi, ridiventare fanciullo, restituire
attraverso un caleidoscopico repertorio di gesti anche minimi, ma
efficacissimi, espressioni, vibrazioni, l’ingenuità, la generosità, la passione
di un personaggio al quale conferisce una grande, grandissima umanità. Comico e
tenero. Già ho citato, in un mio precedente post, il nostro grande Massimo Troisi, e non posso esimermi dal
ricordarlo ancora a proposito di Rolando.
Per la cronaca ha
ripetuto la famosa performance delle 3 mele durante il duetto con Adina
“Trallarallarallallallallero…”, aggiungendo più avanti altre prodezze …
“circensi”!
L’allestimento cala
la vicenda in un contesto marcatamente fiabesco dove i personaggi più
spiccatamente comici emergono grazie al loro abbigliamento smaccatamente
grottesco.
E’ stata un serata
di quelle che lasciano un segno profondo, anche a detta dell’amica villazonista
Agnese che, ancora ieri, era “ancora con la testa e col pensiero a Zurigo…” Nadia, Margherita e la new entry Clara, della
quale seguirà una recensione relativa, soprattutto al canto essendo lei una
soprano, augurano a tutte le amiche e agli amici villazonisti un grandioso
Natale nel segno di RRRolandissimo!!!
… e, soprattutto, “Si può morir, si può morir
d’amor!”
Sandro
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foto: Nadia |
Grande Rolando!
In una recita indimenticabile come l'Elisir dell'11 dicembre scorso, il protagonista assoluto e indiscusso è stato senza dubbio lui, Rolando. Egregiamente diretto da un Nello Santi incredibilmente presente, al quale talvolta il coro (con un'ottima vocalità e timbrica) ha faticato a star dietro, il grande tenore si è esibito con colleghi di buon livello: un grande (tecnicamente e scenicamente) Michele Pertusi, Dulcamara, un massimo Cavalletti, Belcore dotato di buona vocalità anche se non sempre preciso ritmicamente, una convincente Giannetta e una Malin Hartelius, Adina con una voce morbida nel centro, ma meno gradevole nel vibrato degli acuti (cosa che forse motiva la scelta, discutibile, del taglio della cabaletta finale "il mio rigor dimentica"). La performance di Nemorino è stata nel complesso impeccabile (a parte la dimenticanza di "oh gioia inesprimibile"!): Rolando ha dimostrato di essere pienamente padrone del suo timbro caldo e avvolgente e, anche se talvolta negli acuti non c'è stata piena omogeneità timbrica, egli è stato in grado di muovere dinamicamente ogni nota, dandole vita e significato, sopperendo così ad alcune imperfezioni tecniche con la sua stupefacente capacità interpretativa. I piani, in particolare, sono stati di una forza emotiva ben più intensa di qualunque forte, eseguiti con la maestria e la padronanza tecnica dei grandi artisti.
Il bis della furtiva, poi, ha sancito il definitivo plauso del pubblico: Rolando ha riscattato il timore dell'attacco preso dal basso la prima volta e ha rapito gli spettatori attoniti con una grande interpretazione di chi sa ogni volta "ripetersi rinnovandosi", scoprendo e regalando sfaccettature sempre nuove alle stesse note. Quando in un'opera il pubblico non cessa di applaudire e chiede un bis rompendo la verosimiglianza teatrale, ci si abbandona all'Arte pura. Per dirla con Muriel Barbery "è come se le note musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione , un altrove in questo luogo, un sempre nel mai."
Grazie Rolando per questa magia carica di infinito e di eternità che ci hai regalato!
Clara Bertella
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Rolando con Clara - foto: Nadia |