foto: programa Festspielhaus - © Festspielhaus Baden-Baden Andrea Kremper |
CHE FAI TU LUNA IN CIEL?
Per aprire questa mia riflessione sull’elisir villazoniano di Baden, ho voluto citare nel titolo uno dei più grandi poeti italiani, Giacomo Leopardi, perché lo spettacolo cui abbiamo “partecipato”, ci ha regalato quel senso di vertigine e di struggimento che solo la grande poesia ci sa donare. E aprire tutta una serie di interrogativi a cui l’interpretazione cerca di dare risposte che tendono, poi, in definitiva, a convergere verso un unico punto: l’emozione. E poi perché la luna, si affaccia sorniona e incantata a spiare le vicende di Nemorino e della bella Adina.
Il succedersi delle invenzioni, delle soluzioni, dei rimandi, delle citazioni assume durante tutto lo spettacolo ritmi vertiginosi a cui si fa a volte fatica a star dietro, ma che ci hanno trasportato nella sfera del puro godimento estetico e intellettuale. Il primo nome che mi è venuto in mente durante il primo atto è quello di Fellini. Il gioioso e insieme malinconico affastellarsi di immagini, situazioni solo apparentemente scompaginate e che invece si muovono secondo una logica di assoluta linearità e che tendono a ricomporsi di continuo.
La storia di Nemorino e Adina, audacemente catapultata in un contesto che non è più il loro originario, conserva incredibilmente intatta la propria forza e la propria essenza. Anzi si rafforza. E questo Nemorino, povera comparsa che vive il proprio sogno d’amore per la stella del cinema, emarginato ed escluso dalla troupe, cencioso, povero, rattoppato, riporta in vita un carosello di grandi personaggi del cinema a partire, ovviamente da Chaplin, per passare attraverso i grandi comici del cinema muto (giustamente Teresa ci ha ricordato la celebre scena di Buster Keaton che esce indenne dal crollo della facciata di una casa), al grande cinema western, al neorealismo italiano, penso a De Sica, Rossellini… e se vogliamo c’è pure la carrozzina della Corazzata Potemkin, rivisitata in chiave comica. Omaggio al grande cinema che fu, con note continue di struggente nostalgia: la grande arte del cinema e la grande arte dell’opera, della musica, due stupefacenti “maniere” di raccontare storie che qui si incontrano e si sostengono a vicenda.
Non era possibile, poi, non riconoscere nella casetta di legno che viene trascinata in scena con Nemorino accoccolato alla sua giacca da soldato per cantare Una furtiva lagrima, quella di Chaplin nella Febbre dell’oro. E poi, come non citare lo strepitoso Dulcamara di Ildebrando D’Arcangelo e la bellissima Adina di Miah Person.
Momenti di grande teatro, indubbiamente, che a volte sembra cinema, con quegli sfondi finti a prendere vita. Il bacio nel tramonto tra Nemorolando e Adina è indimenticabile. L’esecuzione musicale è stata molto bella, con Villazòn in gran bella forma, la Person straordinaria Adina dotata di una voce dal timbro bellissimo e D’Arcargelo gran mattatore.
Margherita era entusiasta alla fine come non l’avevo mai vista e ha chiosato lo spettacolo con queste parole “Il più bell’elisir della mia vita!!!” . Siamo d’accordo con lei. Grazie Rolando.
Es difícil (y quizás imposible) elegir el momento más impresionante de una semejante función, cuando ya con las primeras notas de “Quanto è bella” se sabía que hubiera sido una velada de ensueño. Pero quiero mencionar los aplausos después de “Una furtiva lagrima” que a mí me parecían extraordinarios.
Todas han hablado sobre esta aria, sobre la maestría y el encanto de la voz de Rolando. Yo jamás escuché una Furtiva
tan perfecta, tan clara, tan bella y durante toda la pieza (especialmente al fin cuando la orquesta tiene la pausa y hay sólo la voz), del público no se oía ni tos ni carraspeo, algo que sucede raras veces, ¿verdad?... Los aplausos fueron freneticos y duraron un buen rato, tuvo la impresión de que toda la sala estaba orgullosa de haber tendio la suerte de escuchar algo tan bello, tan dulce, tan estético.
Cuando los aplausos casi con titubeos y lentamente se calmaron y Rolando se alzó para continuar la escena, en el breve silencio de este segundo había como mínimo cinco personas que al mismo tiempo gritaron Bravo! y volvieron a aplaudir. Toda la sala nuevamente comenzó con aplausos aún más cálidos que antes. Yo nunca vi algo semejante... Estuvimos todos tan encantados que un sólo aplauso simplemente no había sido suficiente para expresar nuestra admiración y gratitud.
Eso fue solamente uno de los tantos momentos espléndidos que este equipo maravilloso nos regaló durante y después de las funciónes.
Por eso otra vez ¡¡¡GRAAACIAAAS!!!
Muchas gracias, Rolando, por tu “Elisir di Gioia” de Baden-Baden!!!
Laura