foto: Danièle |
El día 5 de mayo Rolando Villazón cantó en la Opernhaus de Zurich la primera de las cuatro funciones de Il re pastore (Mozart) programadas para este mes de mayo (días 5, 9, 12 y 17). Los muchos villazonistas que estuvieron allí (Eleonore, Danièle, Laura, Jacqueline E., Sandro, Nadia, Margherita), y que ya habían asistido a las anteriores representaciones de la temporada pasada, nos cuentan que Rolando estuvo muy bien muy suelto, con una sensación total de dominio y control de su voz, agilísimo en las coloraturas, que fluían con una gran ligereza, aterciopeladas y cálidas.
Os dejo la bellísima crónica que nos ha enviado Sandro, un vídeo de los aplausos finales (MrsTLeighton), y las fotos de Margherita, Laura y Danièle, muchas gracias a todos ellos.
Magnifica presenza
C’è un film italiano, bellissimo, l’ultimo del regista Ferzan Ozpetek, che racconta con un tocco e con una grazia straordinari la difficile convivenza tra un personaggio del presente, il timido Pietro, interpretato da uno straordinario Elio Germano, e un gruppo di fantasmi che vivono, anzi convivono con lui nella sua splendida casa romana, presa in affitto ad un prezzo stracciato proprio perché gli inquilini precedenti non hanno saputo gradire quella “magnifica presenza”. Quei fantasmi sono testimoni e appartengono ad un epoca che fu e sono ancora visibilmente e convintamente ancorati, nei modi, nei gesti, nel vestire, agli anni Trenta del secolo scorso quando tutti insieme costituivano una compagnia teatrale di grande successo. Tra loro, troneggia il grande Ambrogio Maestri, prestato dalla lirica, per una volta al cinema.
E sono fantasmi quelli che agitano le loro passioni nel Re pastore di Mozart che hanno preso nuovamente vita nella ripresa dell’opera all’Opernhaus di Zurigo di sabato 5 maggio. Protagonista nel ruolo del re macedone Alessandro Rolando Villazòn. Fantasmi e riproposizione di un tempo che fu: i modi, i gesti, la lievità del sentire settecentesco, un certo modo di fare l’opera che è ancora ben lontano da quello rivoluzionario e assai più terreno del Mozart maturo.
L’opera è quasi un succedersi di tableau vivant dove ogni aria, ovviamente bellissima, rappresenta un momento, un sentire una situazione psicologica del personaggio. Il tutto inserito in un contesto assolutamente Settecentesco e confinato in quell’epoca, dove l’Arcadia aveva resuscitato pastori e pastorelle. Dentro la bella scenografia, che riproduce un sontuoso giardino settecentesco, che, dopo essere stato visitato durante il giorno da scolaresche chiassose, il regista, Grischa Asagaroff, colloca i fantasmi del gran secolo dei lumi ma anche della cipria e dei minuetti. I personaggi dell’opera sono settecenteschi anche nel vestire, niente a che fare con l’epoca antica in cui il libretto metastasiano colloca l’azione.
E tutto si anima, perfino le statue, i servitori sono dei fauni, tutto è giocato con un equilibrio perfetto tra il serio e il faceto. Villazòn, come si può immaginare, in tutto questo si trova perfettamente a proprio agio, caleidoscopicamente istrionico, interiorizza e riproduce le modalità gestuali settecentesche con tocchi di irresistibile ironia. Canta molto bene le tre arie con un tipo di vocalità insolito, a mio parere, per quello che l’immaginario ci suggerisce a proposito del tenore di stampo mozartiano, ma che forse proprio per questo risulta essere ancora più seducente. Non un tenore dalla vocalità efebica, quindi, ma marcatamente virile.
Molto bene il resto del cast che vedeva Eva Mei nei panni di Elisa, Martina Janková in quelli di Aminta, pastore, amante d'Elisa, Sandra Trattnigg, Tamiri, filiuola del tiranno Stratone, amante d'Agenore, Benjamin Bernheim , Agenore, nobile di Sidona, amico d'Alessandro. Direzione impeccabile ed elegantemente mozartiana di William Christie.
Grandi applausi per tutti, alla fine, con il consueto effetto Villazòn che riesce a contagiare i pubblici di tutti i teatri nei quali l’ho visto e sentito cantare (perfino quello della Scala, che tutti sappiamo quanto sia difficile!).
Abbiamo incontrato Villazòn allo Stage door e dopo i consueti generosissimi abrazos rolanderi (anche Margherita è stata avvolta dal calore di un suo abbraccio e ne era felicissima), abbiamo cercato di strappare qualche rivelazione sull’Elisir di Baden Baden, ma… niente da fare, top secret, solo che sarà una cosa tutta da scoprire… e noi andremo a scoprirla, con immenso piacere. Un caro saluto a tutte le amiche e a tutti gli amici villazonisti.